IL MERCATO IMMOBILIARE POST COVID

Pubblicato da Resolutions il

Sono queste settimane decisive per cercare di capire che cosa ne sarà del mercato immobiliare e soprattutto quale sarà il suo andamento nel secondo semestre del 2020. 

Sicuramente una verità assoluta non esiste, molto dipenderà dalla propensione all’acquisto e soprattutto dalla capacità di reddito che avranno le famiglie. 

Sicuramente i mesi di stop imposti dall’emergenza si faranno sentire soprattutto nel lungo periodo. 

Il Consiglio nazionale del notariato, che ha presentato le rilevazioni effettuate attraverso i dati statistici Notarili (Dsn) relativi a Roma, Milano, Napoli, Bari, Bologna, Torino, Palermo, Cagliari, Verona e Firenze, ha confrontato i numeri di marzo 2019 con quelli di marzo 2020. 

I dati hanno riguardato sei tipologie di atti: 

-mutui 

-surroghe 

-compravendite di fabbricati abitativi e strumentali 

– compravendite di terreni agricoli e edificabili 

dati delle compravendite 
 

Dal campione emerge un crollo generalizzato del mercato immobiliare nel mese di marzo, a partire dal calo delle compravendite di fabbricati abitativi (case e pertinenze), che si attesta sul -25% a Bologna e Firenze, fino a scendere di oltre il 50% a Milano. Una diminuzione tendenziale da record, quella del capoluogo lombardo. 

Fortissime flessioni fra il 43% e il 47% si sono, tuttavia, registrate anche a Roma, Napoli, Bari e Palermo. 

(Fonte Consiglio Nazionale del notariato) 

Anche la presidente di Assoimmobiliare si è ricollegata a questo discorso , riprendendo un po’ i concetti espressi da alcuni economisti italiani e americani, affermando che questa crisi sarà ricordata come una delle crisi che ha avuto un impatto maggiore ed immediato per via di un blocco contemporaneo sia della domanda che dell’offerta che non si vedeva molto probabilmente dal dopoguerra; tuttavia proprio per la sua natura molti esperti si aspettano che possa esserci una ripresa in tempi abbastanza rapidi. 

Non si tratta solo di analizzare l’andamento delle compra-vendite(a questo si riferiscono i dati), ma anche di capire come l’epidemia del coronavirus stia cambiando (quasi) completamente il mercato. Ad esempio, le «pezzature» più piccole (80-95 mq.), che prima dominavano la domanda, oggi sembrano essere quelle più penalizzate. 

Le grandi novità del mercatosono la preminenza dei balconi, che prima erano graditi, ma non facevano la differenza e oggi la fanno. Le case senza balcone sono state deprezzate il primo giorno del lockdown. 

La seconda novità è il rilancio delle grandi metrature, che prima erano quasi una palla al piede del mercato e adesso ritrovano un nuovo appeal. 

La terza novità è rappresentata dal giardino. Il cambio di prospettiva di passare molto tempo a casa ne ha rilanciato il valore. 

Sembrerà del tutto strano ma l’epidemia sta completamente modificando la scala delle preferenze per il settore immobiliare. 

A tutto ciò vanno aggiunte le situazioni di crisi degli affitti brevi e sharing economy che potrebbero ulteriormente influenzare l’intero settore immobiliare  

 I segnali non sono ancora chiari. Quel che è certo è che questo mercato è nel pieno di una grande ristrutturazione. 

I cambiamenti più significativi 

Sicuramente nel periodo del Lockdown sono emerse tutte le disfunzionalità di moltissime case. 

Famiglie intere si sono ritrovate a dover far fronte ad un anomalo e inaspettato smart working che ha provocato delle problematiche non indifferenti. 

Questo sicuramente ha cambiato l’idea della casa, le nuove aspettative sono orientate verso appartamenti più ampi, con stanza studio, presenza di spazi esterni come giardini o balconi abbastanza grandi o addirittura spazi condominiali fruibili.  

Sicuramente la propensione all’acquisto è stata e sarà influenzata dalla situazione di emergenza che ha di fatto bloccato gran parte delle attività. 

Ecco perchè oggi gli Italiani potrebbero essere molto più cauti nello spendere i loro risparmi, evitando investimenti che non sono nell’immediato necessario come acquisto di negozi terreni e seconde case. 

Sicuramente nascerà anche qui una doppia distinzione, che vedrà alcuni appartamenti aumentare il loro valore poiché saranno quelli che sapranno rispondere di più alle nuove esigenze dei clienti (case più spaziose, luminose ecc) anche in virtù di cambiamenti di stili di vita. 

Poi ci saranno quegli immobili che sicuramente subiranno un calo di prezzo per le motivazioni opposte. 

In conclusione siamo sicuri che da settembre saranno più chiari gli effetti post Covid-19 e si potrà dare una valutazione della situazione del mercato del lavoro molto più ampia. 

La casa continuerà sicuramente ad essere un bene troppo importante e ci auguriamo che lo Stato possa in qualche modo aiutare i cittadini con agevolazioni sugli acquisti delle prime case. 

Una prima spinta sta avvenendo dai tassi dei mutui che ad oggi ritroviamo ai minimi storici e questo ci fa ben sperare in una ripresa sempre più decisa dell’intero settore. 


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